Poesie di Gregorio Scalise: "Che cosa volete sapere?"
LETTERE
						 
						Per ricordare Gregorio Scalise, l’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica ha curato un’edizione ebook, da scaricare gratuitamente dal sito www.associazioneparentiustica.it, del volume “Che cosa volete sapere?” edito nel 2013 e ristampato nel 2017.
Il volume contiene, assieme ad illustrazioni tratte da opere di Flavio Favelli, le poesie che Scalise aveva dedicato, negli anni alla tragedia di Ustica, a cominciare con quelle per l’anniversario del 1993.
In questa occasione è particolarmente significativa l’introduzione curata da Niva Lorenzini perché delinea con particolare precisione la figura poetica, la furia vorticosa della parola, di Gregorio Scalise.
Si ringrazia l’editore Corraini per aver permesso questa iniziativa.
CHE COSA VOLETE SAPERE?
 
						Poesia per Ustica
(1993)
Gli occhi coperti da fazzoletti
volano ancore le cicogneverso i paesi dell'Est
e noi siamo dietro questo muro
come degli Hamlet clown
“vieni fuori da lì vieni fuori”
guarda come si inclina
la lampada del tavolo
come un aereo sul ponte di Saint Luis Rey;
perché ogni occasione è buona
per alludere, maledire, mentire,
un punto radar
composto da anime viventi
una traccia
composta da ottantuno persone
se la fusoliera
se lo schermo, se i pani di volo,
se la mappa dell’inferno geografico,
quando non si ha il coraggio di uscire
per svelare il segno
del potere.
Verranno fuori da quel mare inquinato
aspettano in fila
chiederanno conto
La coscienza, il corpo, i capelli,
di tutti quei tristi capitaniPoesia per Ustica (2)
1993
Cercare di dimenticare
più in fretta possibile
l’oblio più veloce del missile
 la ferita aperta deve essere richiusa
 come in un paese di specchi
le parole cadono
senza danno e rumore
se esistevano uomini e donne
onoriamoli senza tante storie
ogni fiore produrrà impatto e silenzio
 l'incidente è stato strutturale
questo è il caso, la necessità delle cose
che cosa volete sapere che già
non sapete
l'aereo giace sul fondo del mare
nel mare si nascondono galeoni e tesori
Poesia per Ustica (3)
(1994)
I passeggeri che vanno a Palermo
godono l’arco del volo
di una giornata serena
forse laggiù è accaduto qualcosa
Punta Raisi ci aspetta
i giorni sono come perle di una collana
avvitata al collo di quelli
che sono scomparsi
niente come il mare
ricopre di azzurro il silenzio,
quelle piccole incrinature della storia
che ogni tanto appaiono nei giorni tranquilli
un errore, una faccenda di uomini stanchi. 
						Poesie
						per Ustica (4)
(1995)
						
						Gli uccelli sono più bravi
						
						a trasmettersi notizie e
						visioni
						
						le rondini, ad esempio, che
						proprio a giugno
						
						vivono nelle traiettorie dei
						corpi perfetti,
						
						ciò che è più strano,
						
						si ammira il volo di una
						rondine
						
						in una sera di giugno
						
						ma dove eravate a quell’ora
						
						felici nei calici degli
						aperitivi
						
						senza neppure sospettare
						
						ciò che stava accadendo? 
						Poesie
						per Ustica (5)
						
						Guerre virtuali
						
						– abbiamo saputo – esplodono nel silenzio di tutti
nel cielo sereno il mondo
parallelo vive la sua vita celeste
gesti occulti che a volte
perforano la realtà dello spazio
per incidente, accidente,
e questo dà forza “agli uomini
di voce dura”: si tratta soltanto
di una parziale rottura
di un equilibrio fra esistenza
visibile e volto segreto:
che cosa volete sapere.
quale diritto,
la morte è contemplata nel gioco
è stato un cedimento, un caso,
l'errore esiste nella vita dell'uomo,
perché volete, democraticamente,
sapere?
Poesie
						per Ustica (6)
						
						Il volo non è il gesto
						
						più triste dell’uomo,
						
						altre incompiutezze esistono
						
						sotto il sole-metafora,
						
						pietre su pietre
						
						dove non è riportato alcun
						nome
						
						si cerca un centro instabile
						
						per tornare più indietro
						
						più indietro di ogni partenza
						
						il volo non è il gesto
						
						più triste dell'uomo
						
						l’aereo non è mai partito
						
						i passeggeri non sono mai saliti
						
						quel cielo non rintraccia
						
						nel cielo
						
						il segno del radar
						
						noi siamo qui, nel classico
						
						sentiero italiano, il nostro
						segreto
						
						imita il percorso dell’universo.Poesie per Ustica (7)
Ricordo soltanto nuvole
di passaggio
come in una cineteca
naturalmente un cimitero marino
come un corpo che ha scarsi rapporti
con l'esistenza che è stata
non è la collina di Spoon River
lì, si sa, è il destino
che parla
qui esiste qualcosa di più volontario
il caso è compiuto
nel contatto con questo mondo,
a lungo andare si impara
a bere la propria saliva;
ora le orecchie percepiscono
solo il già noto
quell'armatura è il filtro
della storia
segno impreciso, improvviso,
sotto la serie
delle azioni scomposte.
Poesia per Ustica (8)
Anche la prima persona
è mutevole,
fissare quell'evento
è solo retorica
per chiudere
la punta di quegli incendi
il potere stria oggetti
che nebbie e nuvole
circondano;
non vi sono perplessità
a riguardo
mentre si annientano vite
i nostri animi spiano
la luce dell'inverno
come se davvero tutto
il linguaggio fosse magia. 
						Poesia
						per Ustica (9)
						
						Ora sappiamo che le frasi
						
						pronunciate, scartate
						
						avrebbero un senso
						
						e una risposta;
						
						la strada per nominare
						
						è come una definizione
						
						che cresce con l’erba
						
						la parola è l’ultima parte
						
						di questo linguaggio
						
						l’equilibro fatale
						
						della zona grigia
						
						rintracciare nel cielo
						
						il momento, il lampo
						
						di quella verità perduta
						
						riporteranno senza sosta
						
						la successione degli eventi
						
						sotto il velo opaco del
						mondo.
 
						 
 
 
 
